Arte e architettura
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Un vero capolavoro della vetrata tardo medievale...
Quando si gira verso ovest nella cappella superiore, si rimane immediatamente colpiti dalla Rosa dell'Apocalisse.
La sua larghezza di 9 metri attira l'attenzione in un gruppo di "fiamme" di pietra, particolarmente complesse e caratteristiche dell'architettura gotica fiammeggiante del Quatrocento.
L'attuale rosa è dedicata all'Apocalisse e fu ricostruita durante il regno di Carlo VIII, intorno al 1485. La "K" coronata di Karolus (Carlo) è visibile in uno dei medaglioni in basso a sinistra, in sostituzione della rosa originale del XIII secolo, che aveva già lo stesso tema. I costruttori del XV secolo decisero di farne un'opera in stile fiammeggiante, contemporanea alla loro epoca.
Si può notare che i colori dominanti sono cambiati. Non sono più il blu e il rosso a dominare, come nelle vetrate che vi circondano, ma il giallo e il verde. L'uso sistematico del giallo d'argento a partire dal Trecento, un ossido metallico utilizzato per colorare il vetro, ha rivoluzionato l'arte della vetrata.
Pascal Lemaître - Centre des monuments nationaux
Questo rosone è eccezionalmente ben conservato: solo 9 dei suoi 87 pannelli sono stati restaurati nell'Ottocento.
Collocata sulla facciata occidentale, come spesso accade nelle chiese, la rosa è l'ultima parte dell'edificio che lascia entrare la luce nella cappella superiore.
Per i cristiani, in particolare, la rosa dell'Apocalisse testimonia il ritorno glorioso di Cristo e l'avvento del suo regno: la Gerusalemme celeste.
In questa profusione di simboli che compongono l'Apocalisse, possiamo scorgere nell'oculus, l'occhio della rosa, il Cristo in trono la cui bocca è trafitta da una spada. Ai suoi piedi si trova il profeta San Giovanni, al quale Cristo rivela "il significato divino del suo tempo e come il popolo di Dio sarà presto liberato".
In fondo all'oculo, si possono scorgere due dei quattro terribili cavalieri dell'Apocalisse: a sinistra, un cavaliere bianco (la morte) emerge dalla bocca di un drago, e a destra, un cavaliere che porta delle scaglie (la carestia).
Patrick Cadet - Centre des monuments nationaux